Secondo una recente revisione sistematica, pubblicata dalla Cochrane risulta che la miglior strategia disponibile per contenere il rischio di cadute sia la prevenzione. Dobbiamo pensare che circa il 25% degli anziani >70 anni è vittima di cadute almeno una volta all’anno (50% per i > 80 anni). Non è un dato "isolato" perchè dobbiamo pensare che dopo una prima caduta, il rischio di ulteriori eventi traumatici cresce tanto che nei 60 giorni successivi a una caduta, circa il 10% di questi pazienti si presenta nuovamente in ospedale per un altro evento traumatico.
Interessante anche capire dove cadono gli anziani: il 48% avviene fuori casa mentre dentro casa gli ambienti a maggior rischio sono la cucina (25%), la camera da letto (22%), le scale interne ed esterne (20%) e il bagno (13%). Mentre nel grafico sotto stante ecco cosa può portare "a cadere":
Anche se i soggetti over 65 anni vengono generalmente individuati come potenzialmente a rischio caduta, è altrettanto vero che molti godono di un'ottima salute e proprio per questo è doveroso individuare chi è effettivamente a rischio di caduta. E per fare questo si posso usare sia delle scale di valutazione che dei test funzionali.
Scala Tinetti (non in ambito ospedaliero) precisa nel prevedere e prevenire il rischio di cadute, fattore fondamentale per evitare ospedalizzazioni e allettamenti, specialmente nel paziente anziano e un valido strumento clinico quantitativo capace di identificare i soggetti più a rischio di caduta associando un punteggio oggettivo a una prestazione motoria soggettiva.
Scala Stratify (in ambito ospedaliero) composta da 5 fattori che concorrono ad esprimere il rischio di cadere del paziente e quasi tutte le singole variabili vengono raccolte intervistando l’infermiere a cui è
assegnato il paziente (primary nurse).
Scala di Conley (in ambito ospedaliero) composta da 6 fattori: i primi tre sono raccolti dal rilevatore intervistando direttamente il paziente o i familiari o l’infermiere a cui è assegnato il
paziente, mentre i rimanenti tre sono rilevati mediante osservazione diretta.
Per quanto riguarda invece i test funzionali possiamo utilizzare il "Timed Up And Go Test": misurare il tempo che una persona impiega per alzarsi da una sedia, camminare tre metri, girarsi e camminare nuovamente verso la sedia per poi sedersi nuovamente. Un tempo di svolgimento superiore o uguale ai 12 secondi indica che il soggetto è verosimilmente a rischio di future cadute.
Timed Up And Go Test
Nel "Times Sit-to-Stand Test" il soggetto in esame deve alzarsi e sedersi a braccia conserte per 5 volte da una sedia alta circa 40 centimetri. Nel frattempo si cronometra il tempo impiegato e il cronometro viene fermato quando il paziente raggiunge la stazione eretta per la quinta volta. Un tempo superiore ai 15 secondi permette di identificare individui potenzialmente a rischio di caduta.
Times Sit-to-Stand Test
https://www.medicalfacts.it/2019/03/21/cadute-negli-anziani-come-individuare-i-soggetti-a-rischio/
Ma quindi test e numeri di una scala mi dicono con esattezza chi cadrà? Assolutamente no. Tutto deve essere visto come parte iniziale e integrante di uno screening più ampio, finalizzato a individuare persone a rischio ma anche l'ambiente in cui la persona vive. L'ambiente domestico è indubbiamente un posto a cui prestare molta attenzione: gradini poco visibili, tappeti non fissati al pavimento, scarsa illuminazione, mobili poco stabili o dislocati in posizioni d’intralcio. Sta al professionista sanitario (infermiere o fisioterapista) individuare precocemente soggetti a rischio per prevenire piuttosto che curare.
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